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Il 25 marzo 421 è il “Natale di Venezia”. Piantata su palafitte, corrosa dalla salsedine, sempre da restaurare per il ristoro degli occhi e del cuore. Bella. Una bellezza che canta, tra struggimento malinconico e speranza certa.
Il 25 marzo del 421 d.C. uomini e donne provenienti dalla Terraferma per sfuggire alle invasioni dei Goti e degli Unni, si rifugiarono in laguna portando con sé le reliquie dei santi patroni e fondarono la città. 25 marzo: il nuovo inizio, nel giorno memoriale del “sì” di Maria.
25 marzo: l’Incarnazione, l’Annunciazione, quella gigantesca Annunciazione che si staglia in altorilievo nel Ponte di Rialto.
25 marzo: l’Annunciazione, festa carissima a san Francesco e ai suoi. L’Angelus, una delle preghiere più care alla Chiesa, è stato scritto dall’aretino Benedetto Sinigardi , che è fra i primi discepoli di san Francesco. Nella primavera del 1220 Francesco, di ritorno dalla Terra santa, si era fermato a lungo, per una quaresima di digiuno e penitenza, nell’isola della laguna che porta il suo nome: San Francesco del Deserto. Ne parla san Bonaventura nel Cap. VIII della Legenda maior. Che sia proprio ambientata qui, e non a Bevagna, la Predica agli uccelli affrescata da Giotto? Certo ha ispirato recentemente Angelo Branduardi.
25 marzo: capodanno, secondo il calendario in “stile veneziano” (ma anche in “stile fiorentino”, “in stile pisano”…). Perché se l’Eterno è entrato nel tempo, quel giorno si comincia a contare il tempo lietamente speso nella prospettiva dell’eternità. Se l’Infinito ha fatto irruzione nello spazio finito, lavorare è cum-laborare con Dio e tra noi per dare forma bella agli spazi umani.
Dal 25 marzo al 29 settembre, ovvero dall’arcangelo Gabriele all’arcangelo Michele. San Michele è il patrono di Mestre, la città che a lui e ai patroni ha voluto dedicare, nell'ottobre 2010, un ciclo di eventi (e nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, lo sguardo si è allargato a san Francesco d’Assisi patrono della nostra Nazione).
Così, in rispetto alla Città di Dio, fiorisce la città degli uomini.
Roberto Filippetti
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