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Un pellegrinaggio alle sorgenti: ecco cos’è stato per me passare la prima settimana del 2009 in Terra Santa, tra Gerusalemme e Betlemme.
Erano giorni difficili per quella terra martoriata, c’era la guerra nella striscia di Gaza.
Il viaggio della delegazione (172 personalità: politici, amministratori, industriali, responsabili di associazioni, prelati…) è stato incerto fino all’ultimo giorno. Poi pian piano tutto si è risolto. La mostra che riproduce in scala la Cappella degli Scrovegni è arrivata ed è stata allestita nella splendida cornice della Custodia di Terra Santa.
Negli affreschi di Padova Giotto racconta quei luoghi, quei fatti, quei 33 anni, tra Nazareth, Betlemme, il Giordano, Betania, Gerusalemme.
Che commozione, per me, svegliarmi ogni giorno all’alba per andare a messa sul Golgota, o di fronte al Santo Sepolcro, o a Betlemme. E toccare quelle pietre, accarezzarle, con la coda dell’occhio sulle pietre vive, su quel resto d’Israele che è il popolo cristiano lì presente!
Che commozione raccontare la bellezza dell’Incarnazione e della Redenzione messa in scena dal pennello di Giotto, replicando la presentazione una decina di volte: alla delegazione, ai frati della Custodia, alle clarisse di Gerusalemme, alle suore dell’ospedale Baby Charitas di Betlemme, al gruppetto di studenti delle superiori, a Tommaso, ad Alberto, ad Ettore, a Josè Miguel…
Un pellegrinaggio alle sorgenti, da cui si torna dissetati. E assetati di continuare a spendere la vita per dirlo a tutti, dove Dio vuole.
Roberto Filippetti
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