
A Orvieto per presentare il primo allestimento “a museo” della mostra itinerante
Caravaggio. L’urlo e la luce, mi accade ancora di essere sorpreso dalla bellezza.
Piantata sulla rupe, si erge “la più bella di tutte le chiese del mondo”.
Siamo nell’imminenza del
Corpus Domini, e proprio qui si custodisce il reliquiario macchiato di sangue del miracolo eucaristico di Bolsena.
Alloggio nell’antico convento domenicano: che commozione al pensiero che proprio qui visse dal 1261 al 1265 san Tommaso d’Aquino, cui Urbano IV aveva chiesto di comporre i testi liturgici per la festa del
Corpus Domini (lo ha ricordato papa Benedetto XVI, alla vigilia della festa, nell’udienza generale del 2 giugno).
Il duomo di Orvieto è celebre anche per il capolavoro di Luca Signorelli, con quell’indimenticabile figura dell’Anticristo che – allora come oggi – sembra aver vinto la guerra. Ma c’è un piccolo popolo, un irriducibile “resto d’Israele” che gli resiste. Miracolosamente.
L’articolo su “Tracce.it”, e tutto questo speciale, ne sono una piccola documentazione.