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4 - 21 marzo 2010.   Oltre 2000 visitatori con 46 visite guidate a scolaresche e gruppi. I registri delle firme (uno non è bastato) pieni di frasi entusiastiche e di complimenti alle guide: 11 alunni del Liceo dalla seconda alla quinta classe hanno impressionato molti visitatori sia per le competenze acquisite sia per la capacità di mutare registro in funzione del pubblico, coinvolgendo bambini e adulti.

Sondrio - Il tesoro degli Scrovegni raccontato dai protagonisti












































Si ringrazia l'Istituto PIO XII di Sondrio per la gentile concessione alla pubblicazione



N° 4 - giugno 2010 [Giornale dell'Istituto PIO XII]


Le guide di II liceo
Quest’anno abbiamo partecipato ad un’esperienza che, oltre ad averci permesso di approfondire le nostre conoscenze in storia dell’arte, ci ha fatto avvicinare ad uno dei più grandi artisti medievali: la mostra di Giotto.
Durante i mesi di gennaio e febbraio, abbiamo fatto più incontri riguardanti l’arte medievale sia europea che locale, le tecniche pittoriche dell’epoca e il tema della mostra, il più grande capolavoro di Giotto: la cappella degli Scrovegni a Padova, da lui affrescata agli inizi del ‘300.
Durante le lezioni di preparazione alla mostra abbiamo avuto modo di conoscere vari critici o appassionati d’arte accomunati dall’amore verso il loro lavoro, che in parte hanno trasmesso anche a noi. È stato impressionante il modo con cui essi ci spiegavano i vari argomenti perché lo facevano con il cuore e con tanto impegno.
Gli ultimi incontri sono stati guidati da Roberto Filippetti, il curatore della mostra.
Sono state senza dubbio le lezioni più appassionanti perché, oltre ad esporci la mostra in modo coinvolgente, ci ha valorizzato dal punto di vista umano; cosa per niente scontata per delle guide ai primi passi come noi. Durante la mostra ognuno di noi ha affrontato un cammino formativo, infatti, a esperienza finita, tutti eravamo migliorati sia nell’esposizione sia nel carattere.
Non si potrebbe dire la stessa cosa dal punto di vista fisico, dato che eravamo distrutti, poiché, visto il numero modesto di guide, abbiamo dovuto fare più turni frequentemente anche durante l’orario scolastico. Il pubblico comunque ci dava sempre molta soddisfazione, dai grandi ai piccoli, perché erano tutti educati, interessati e incuriositi dalla mostra, e perché no, anche dalle guide!
L’anno prossimo speriamo di rifare un’esperienza educativa e interessante simile a questa anche con altri compagni della scuola, così che arrivi anche a loro la passione che gli adulti ci hanno trasmesso.


Lorenzo Fomiatti [III media]
Venerdì 26 febbraio noi alunni di terza media, accompagnati dalla prof.ssa Svanosio, ci siamo recati all’auditorium Torelli, dove ci aspettava il professor Filippetti, esperto d’arte.
Il professore, usando un sofisticato software, Explorer Navigation, ci ha presentato la Cappella degli Scrovegni di Padova, nella quale si trovano le scene del Vangelo affrescate da Giotto nei primi decenni del XIV secolo.
La cappella è considerata uno dei capolavori dell’arte occidentale. Enrico Scrovegni incaricò Giotto di affrescarla intorno al 1305.
Le pareti sono lisce, senza nervature, mentre il soffitto è costituito da una volta a botte. Giotto dipinse con quaranta scene un ciclo incentrato sul tema della salvezza. I temi delle scene rappresentate sono: la riconciliazione con l’uomo, storie di Gioacchino ed Anna, storie di Maria, nascita e resurrezione di Gesù, il tradimento di Giuda, l’Annunciazione, la Pentecoste, i vizi e le virtù. Questi ultimi sono rappresentati a coppie, secondo il criterio dell’abbinamento dei contrari: prudenza e stoltezza, fortezza e incostanza, carità e invidia, speranza e disperazione. Giotto diede molta importanza alla presenza della luce nelle scene; molte delle sue opere sono caratterizzate dalla presenza di animali; non a caso Giotto prima di diventare artista era pastore. La scena del Giudizio Universale è molto particolare: al centro si trova Cristo, circondato dai dodici apostoli e dalle schiere ordinate degli angeli. Nella parte inferiore regna il caos e i dannati subiscono ogni tipo di tortura. Tra gli ammessi al Paradiso, Giotto ha dipinto se stesso ed Enrico Scrovegni, committente dell’omonima cappella. In alto, due angeli “arrotolano” l’universo comprensivo di Luna e Sole, rivelando la vita eterna. Il quadro che mi è piaciuto di più è la crocifissione di Gesù: a destra sono raffigurati i “cattivi” che stanno giocando a dadi le vesti di Gesù, mentre a sinistra i suoi apostoli.
Sotto la croce c’è Maria, mentre più sotto è rappresentato un teschio, il simbolo della morte. Nel cielo sono stati dipinti otto angeli con espressioni tristi: sono addolorati per la morte di Gesù. In questo quadro Gesù è il protagonista perché è al centro dell’attenzione.
Lunedì 8 marzo, con la prof.ssa Bettini, siamo andati a visitare la mostra “Il Vangelo secondo Giotto, la Cappella degli Scrovegni”, allestita dai ragazzi del Liceo Scientifico Pio XII nella Sala Ligari di Palazzo Muzio. Noi alunni di classe terza, con l’aiuto della prof.ssa, abbiamo parlato ai ragazzi di prima media; ognuno ha esposto un dipinto. Ho trovato molto interessante questa attività su Giotto e il professor Filippetti è stato molto bravo nello spiegare questo argomento in modo semplice e tutt’altro che noioso, facendoci notare anche i particolari. Ha inoltre vivacizzato le spiegazioni con esempi e aneddoti personali.


Veronica Giordani e Margherita Ballantini [III liceo]
In seguito alla splendida mostra che si è tenuta dal 4 al 21 marzo presso la Sala Ligari del palazzo della Provincia, abbiamo voluto raccogliere le nostre considerazioni, prima da spettatori e poi da guide.
Inizialmente era pura curiosità di provare e di metterci in gioco, ma un po' di paura c'era. .
L'argomento ci affascinava e le lezioni di preparazione erano state esaurienti, ma tutto lo spirito con cui abbiamo iniziato, e pensiamo anche i nostri compagni, il ruolo di guida lo dobbiamo al professor Filippetti. .
Egli ci ha fatto vedere le cose da un altro punto di vista e ha trovato in tutte le cose positività e importanza anche nei più piccoli particolari. .
Ci ha fatto osservare con gli occhi di un bambino, perché solo così si può capire ed apprezzare tutto.
. Insomma ci ha insegnato a vedere Giotto, ma ci ha insegnato anche a vedere tutto con occhi diversi e per questo lo ringraziamo di cuore. .
Il rapporto che si è creato tra noi e Roberto è un rapporto totalmente intimo; lo sguardo che lui ha avuto su di noi era privilegiato, carico di gioia, di sfida per qualcosa di bello e questo ce lo ha dimostrato fin dalla prima presentazione in cui ci ha chiesto di sederci in prima fila. .
Attraverso la sua umanità ci ha fatto conoscere Giotto, pittore schietto e concreto, che ha voluto rappresentare i cammelli con gli occhi azzurri, le caprette che brucano il trifoglio e non la camomilla, lo sguardo sofferente delle mamme che hanno perso il proprio piccolo! .
Quello che abbiamo capito è che nella Cappella come nella vita quotidiana bisogna tenere gli occhi aperti ed attenti, ogni piccolo segno ha un significato preciso e grazie a Dio c'è sempre un maestro, un amico che ce lo fa notare. Avendo scoperto ciò, non abbiamo potuto restare indifferenti a questo compito, così, insieme ai nostri compagni, ci siamo fatte carico di questa straordinaria responsabilità e abbiamo voluto dire a tutti cosa ci aveva colpito; ad alta voce abbiamo presentato i tre registri in cui si articolavano gli affreschi. Alla fine Margherita si è sentita in dovere di ringraziare chi ci aveva trasmesso questo entusiasmo con una lettera, di cui citiamo solo una parte perché è un po' personale: “Ho concluso domenica l'avventura della mostra con una guida a 50 persone tra i bimbi di catechismo della mia parrocchia e alcuni genitori, ma ci credi! Tutta quella gente: che fatica, ma che bello! Un sacco di persone si sono congratulate in queste tre settimane, io rispondevo loro che non ho fatto niente, ho avuto tra le mani questa grande opportunità, ma soprattutto io (vivace, un po' stoppa, spesso fuori di testa e limitata come tutti gli uomini), mi sono sentita voluta bene, da te o meglio da un Altro che mi ha voluto così bene attraverso di te!” .
Con questo articolo vogliamo ringraziare anche tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto e che perciò ci hanno aiutato in questa avventura!


La guida che non ti aspetti [d. s.]
“Se non ci aspettassimo l’inaspettato, perché mai muoverci? Se ci aspettassimo ciò che ci aspettiamo, perché non restarcene a casa ad aspettarlo per conto nostro? [G. K. Chesterton, Eretici]
Domenica 21 marzo, la mostra sulla Cappella degli Scrovegni chiude. Mi sono riservato gli ultimi due turni di apertura. “Te li fai tutti e due?” Mi domanda incredulo qualche amico. Certo! Vuoi mettere? Le domeniche precedenti sono arrivati pochi visitatori, mi attende un pomeriggio silenzioso e tranquillo, in compagnia di Giotto: luce per gli occhi. E poi ho da finire di rileggere Pietro mi ami tu? e qualche altra parte di libri disponibili al bookshop… e in compagnia di Giotto: luce per la mente.
Arrivo un po’ in anticipo e già si capisce che qualcosa non andrà secondo i miei piani: c’è gente che aspetta. Comincia un via vai imprevisto. Le silhouette con l’ordine delle scene dipinte, distribuite ai visitatori non bastano, è un crescendo di gente. Comincia a venirmi qualche rimorso per non aver previsto la presenza di qualche guida l’ultimo giorno. (Ma le domeniche precedenti, a parte gruppi prenotati e organizzati, non erano venuti così in pochi? Deve esserci stato un bel passaparola!).Meglio così. Cerco di mettermi a leggere. Non si riesce: è un susseguirsi di richieste, di sguardi che chiedono silenziosamente qualche informazione.
Mancano le didascalie, dice qualcuno. Certo oggi non siamo più capaci di leggere quella biblia pauperum che nell’oscuro Medioevo tutti capivano. Provo a far finta di niente, ma alla fine, quando entra un copioso gruppo di bimbi, non resisto. Come capire, “se nessuno mi istruisce?” si chiedeva legittimamente il funzionario della regina Candace (At. 8, 31). E’ un dono che hanno fatto anche a me. Così mi metto a fare la guida (tanto non c’è nessuna delle guide provette, se dico anche qualche imprecisione o peggio…) Ripasso mentalmente qualche indicazione di Roberto Filippetti, frequento un rapido corso con la memoria dalle docenti Caterina, Margherita, Alba , Veronica2, Claudia, Marta e Gloria e mi avvio.
Mi pare di cavarmela, ma appena all’inizio del terzo ordine mi avvedo di aver saltato a piè pari il tradimento di Giuda. Un bel debito scolastico da recuperare: frequento un rapido corso di recupero dai docenti Veronica1, Fabiano, Sara e Filippo. Uhm, saldato direi… con una rapida conversione a U, ma saldato. Anche Roberto sarebbe contento, credo. Alla fine del pomeriggio sono passate più di cento persone, ma sono anche riuscito a finire la rilettura di quel capolavoro del Pietro mi ami tu? e a leggiucchiare pure qualche altra cosetta.
Alle 19.00 in punto do un ultimo sguardo grato alla Cappella, spengo le luci, mi chiudo alle spalle la pesante porta della Sala Ligari e me ne esco da Palazzo Muzio, canticchiando come uno scolaretto che se ne torna a casa felice d’aver imparato molte cose.




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