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Cristo nel cassetto

















A marzo 2010, con alcuni amici e molti volontari, ci siamo trovati per organizzare la mostra "Il Vangelo secondo Giotto" presso la sala parrocchiale di Bolzano Bellunese. La fedele riproduzione in scala 1:4 della Cappella degli Scrovegni sarebbe stata allestita nel salone dell’ex asilo Martora. A fianco del salone c’è una cappellina dove è presente il Santissimo nell’Eucarestia: come coniugare le due cose?
Ci aiutano gli amici dell'UCAI (Unione Artisti Cattolici Italiani): valorizziamo il Crocefisso come ha fatto Giotto nel Giudizio Universale, l'ultima scena che rimane negli occhi del visitatore che esce dalla Cappella degli Scrovegni, quella originale situata a Padova.

E così capita che andiamo a trovare un artista bellunese, Paolo Moro di Trichiana, che ci mostra un crocifisso abbastanza imponente quasi nascosto in mezzo ad altre belle opere. Era lì da qualche anno, quasi dimenticato. Che bello quel Gesù che Paolo ha fatto nudo e poi, quasi mosso da un moto di rispetto per quella sua “creatura”, gli cinge i fianchi con un telo di cotone grezzo: lo stesso gesto che fece la Madonna verso il proprio figlio, togliendosi il velo. L’incontro termina con l’assenso da parte dell’artista a prestare alla parrocchia il Cristo che viene collocato nella cappellina.

E' quasi sproporzionato ma ti obbliga a guardarlo quando entri, proprio come chiede il Papa. I visitatori della mostra hanno potuto osservare come in quel crocifisso trovino conferma tante cose che appartengono alla nostra tradizione cristiana e raffigurate da Giotto nei suoi affreschi. E tutto è richiamo della Sua presenza, presenza della quale la parrocchia dei SS Pietro e Paolo di Bolzano Bellunese ha deciso di non privarsi. Proprio nel giorno dei Santi Patroni Pietro e Paolo, il 29 giugno scorso, durante la celebrazione delle ore 20 quel crocifisso, dopo essere stato esposto assieme alle opere di altri artisti bellunese nella mostra “Qui e ora – Cristi delle Dolomiti” conclusasi da poco, e’ stato benedetto e accompagnato in processione sino alla sua nuova casa: quella cappellina che lo aveva ospitato qualche mese fa.

Le suore, che sino a 20 anni fa usavano la cappella, veneravano una statua di Maria Bambina che, con la loro partenza, era stata spostata in altra sede. Una benefattrice della Parrocchia ha donato un'altra statuetta che, per un involontario errore, è rovescia rispetto all'originale ed ora guarda quel grande Cristo che ha trovato posto nella Sua Casa. Così mi pare che, sotto questo sguardo materno, il volto del Cristo sia sì sofferente ma sereno, certo del bene che lo aspetta. Come nel ciclo di affreschi della Cappella degli Scrovegni, Giotto ci racconta la storia della Chiesa dalla nascita di Maria alla Crocifissione e risurrezione di Gesù, così nella cappella troviamo i due attori principali: Maria Bambina e Cristo Crocifisso che si guardano.

Che brivido: una storia vecchia di 2000 anni che diventa così concreta in tutta una serie di circostanze, casualità e situazioni impreviste che altro non sono che miracoli, segni che, nell'al di qua, rimandano, a Qualcuno nell'aldilà.

                                                               Paolo Lamberti




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