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PITTORI DEL VERO. Grest 2008 all'oratorio San Luigi di Bagnolo Mella






Scopo del lavoro del GREST
è stato anche quello di
accompagnare i ragazzi a capire
e gustare meglio la mostra
Il Vangelo secondo Giotto
che è stata successivamente esposta a Bgnolo Mella dal
4 ottobre al 4 novembre 2008.

Roberto Filippetti ha incontrato i ragazzi ed inaugurato la mostra stessa.

Come definire il Grest di quest’anno?

Le prime parole che ci vengono in mente sono
…BELLO ...LUCE …COLORE …ARMONIA
e, sicuramente, una delle finalità di questo Grest è stata quella di “educarci alla bellezza”.

A questa meta ci ha accompagnati la storia di Giotto, prima bambino e poi pittore della Cappella degli Scrovegni, così ben rappresentata dai nostri animatori (incredibili le doti da attori che posseggono!) e la realizzazione di coloratissime opere, fra cui gli affreschi (a grandezza naturale!) che i ragazzi hanno messo in opera con noi nei laboratori pomeridiani, raffiguranti la Legenda Aurea, cioè la bella storia di Gioacchino e Anna che culmina con l’Incarnazione di Nostro Signore.

E’ stata un’esperienza che ci ha prese totalmente
(“ma dove siamo state per tre settimane ?!!”) ma che ci ha dato anche tanto. Abbiamo raccolto la sfida non immaginando cosa ci avrebbe aspettato. Alla fine siamo diventati tutti un po’ “Pittori del Vero”!!

Ma all’inizio… c’era tutto da organizzare: come fare, cosa usare… e sono iniziate di nascosto le prove nella cantina dell’Oratorio da cui ha preso forma, dopo diversi tentativi e quasi per miracolo, su un pezzo di pannello, un san Giuseppe pitturato a fresco, un po’ assopito, dai colori e dalle forme morbide e luminose. Impensabile! E ora, come fare con i ragazzi a realizzare 13 affreschi “a fresco” e altrettanti “a secco”? Panico!! Poi sconforto, poi fiducia, e poi entusiasmo nel cooperare per raggiungere l’obiettivo. Con un po’d’ansia e di incoscienza ci mettiamo al lavoro!!

Durante la prima settimana i ragazzi hanno costruito il “disegno preparatorio” di ogni quadro, ingrandendo le immagini su fogli della stessa misura dell’affresco finale. E’ stato necessario un po’ di lavoro straordinario serale da parte degli animatori (armati di proiettore e matite!) per completare le opere ma... in poco tempo i disegni erano pronti per la fase successiva: la punteggiatura dei disegni, per poter eseguire poi lo spolvero.

Così, mentre nella pseudo-frescura del bar, sdraiati sul pavimento, alcuni ragazzi ripassavano i contorni dei disegni con i punteruoli, i più scatenati si sono improvvisati provetti muratori per realizzare l’“arriccio” sui giganteschi pannelli di truciolare! Chi si è più divertito? Provate ad immaginarlo!

Sotto il solleone, armati di cazzuole e di frattazzi, con un po’ di malta tra i capelli e sulle ginocchia, coordinati dai mitici Paolo, Angelo, Massimo e Dirce hanno realizzato… la loro opera d’arte!… prima l’intonaco e, una volta asciutto, l’intonachino e poi tutti pronti per lo “spolvero” per trasferire il disegno preparatorio sul pannello. Cosa usare? Carbonella (rubata alla cuoche!) finemente pestata (da “carbonai“ tutti volontari!) con cui tamponare i contorni punteggiati! E allora, dopo il tocco finale di “scopa” della mitica Dirce, ecco apparire sotto i nostri occhi… le immagini, un po’ indefinite ma complete, della Legenda Aurea.

Animatori e ragazzi hanno incominciato a sentirle un po’ loro: le firmano sul retro, le ripassano con i gessetti, le preparano per la stesura dei colori.
I colori! Da veri pittori abbiamo utilizzato i “pigmenti” come gli artisti dell’epoca che prendevano i colori dalla natura, dalla terra e dalle piante. Chi non rimane stupito davanti al blu cobalto del manto di Maria, al blu oltremare dei cieli di Giotto, alle innumerevoli tonalità delle terre, al rosso vivo d’alizarina, al giallo ossido che vivacizza tutti i colori!

Nel nostro piccolo laboratorio dei colori i pigmenti mescolati con la resina e con l’acqua si sono mostrati a noi in mille tonalità piene di luce. Coloriamo prima il cielo, poi gli sfondi, per poi passare alle figure. Alcune mani sapienti ci vengono in aiuto per dare espressione ai visi, morbidezza alle vesti, sentimento ai personaggi.

E gli affreschi incominciano a prendere forma, colore e vita!

Alla fine non è stato il risultato più o meno raggiunto a darci gioia, ma il costante contatto con la bellezza implicita nell’opera di Giotto e nelle persone con cui abbiamo cooperato, nel significato profondo che vi è racchiuso e nell’arricchimento personale che ci ha portato.

Alla fine … ce l’abbiamo fatta!!!

Patrizia e Giuliana





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